L’ESPRESSO ha pubblicato un articolo di Carlo Tecce che è una truffa ai lettori. Fa credere nel titolo che gli italiani all’estero aderenti a FdI siano “imbarazzanti”, ma poi descrive buoni connazionali con buone frequentazioni e con ottimi valori di destra.
C’è da chiudere il numero de L’Espresso il direttore si accorge che due pagine e mezzo sono ancora bianche. In fretta e furia, chiama Carlo Tecce, un grande esperto nell’arte di fregare il prossimo, di raggirare, non per nulla è l’autore del libro “Io ti fotto”.
Il Tecce si mette all’opera e, in men che non si dica, sforna un articolo dal titolo “I problemi della destra – La rete di FdI che imbarazza la Meloni”. Articolo che è una fregatura per il lettore, che si aspetta chissà quale rivelazione, chissà quale documentazione, chissà quale scandalo.
È come il pacco che vendono sul piazzale dell’Autogrill: dovrebbe contenere un iPhone ma in realtà c’è dentro un mattone.
Il Carlo Tecce pensiero ruota attorno alla scoperta sconvolgente che gli aderenti a Fratelli d’Italia all’estero sono di destra e coltivano valori di destra. D’altronde sono guidati da quel cattivone di Roberto Menia che – udite, udite – si fece addirittura fotografare con un Ministro della Repubblica Italiana, Mirko Tremaglia, davanti al cippo del sacrario militare italiano di El Alamein. Poi fece
un percorso politico con l’’ex Governatore della Regione Lazio Storace e l’ex sindaco di Roma Alemanno (che orrore?) prima di approdare a Fratelli d’Italia.
Il meglio (si fa per dire) di sé il Tecce lo dà quando racconta chi siano gli italiani all’estero che aderiscono a FdI. Puntato il dito contro Margherita Lanza di Scalea, rea di discendere da una famiglia nobiliare, accusa l’”imprenditore” (io lo sapevo pilota d’aereo) Vincenzo Arcobelli che non solo è originario di Paternò proprio come la seconda carica dello Stato La Russa, ma è anche un ammiratore di quel transvolatore (Italo Balbo) che fu accolto trionfalmente a New York a Chicago, dove tuttora gli sono dedicate due vie importanti, la East Balbo Drive e la Balbo Avenue .
Tutto qui? Ah, poi ci sarebbero coloro che in Spagna farebbero campagna elettorale per VOX e in Ungheria sarebbero al fianco di Orbàn. Il giornalista non fa nomi, non ci dice chi siano, ma dice che ci sono e dobbiamo credergli sulla parola. E chissà se sia davvero convinto che simpatizzare in Spagna per VOX o in Ungheria per Orbàn sia qualcosa di deprecabile.
A questo minestrone, pur se alquanto insipido, poteva mancare un ingrediente come il generale Vannacci? No, vero? Ed ecco che Menia, intrvistato, invece di chiedere il rogo per il generale, si permette di dire che tutto sommato non è in disaccordo con lui.
Questi i contenuti dell’articolo, sfido chiunque a sostenere il contrario.
Caro lettore dell’Espresso, Carlo Tecce ti ha fottuto (per dirla col titolo del suo libro) e ti ritrovi con un mattone al posto dell’Iphone.