AfD è in forte crescita, i 33% dei tedeschi dichiara di pensare di votarlo e il sistema sta progettando di proibirlo per legge.

Le moderne democrazie occidentali hanno un aspetto curioso: sono considerate impeccabilmente democratiche anche quando la maggioranza della loro popolazione è contraria al governo eletto. È il caso di Scholz, il cancelliere tedesco, bocciato dal 73% dei tedeschi. Forse è per questo che la classe dirigente in Germania sta valutando la messa al bando dell’unico partito sovranista del paese, l’Alternativa per la Germania (AfD), che è alle stelle nelle intenzioni di voto.

La voglia non manca e già da tempo, quando il partito, giudicato inizialmente come un’insignificante eccentricità dll’Est, ha cominciato a salire nelle intenzioni di voto. Già l’anno scorso un tribunale tedesco aveva stabilito che il partito pro-sovranità costituiva una minaccia per la democrazia, permettendogli di essere spiato dai servizi di sicurezza del Paese.

Ora un recente studio dell’Istituto tedesco per i diritti umani sta seriamente esplorando la possibilità di vietare l’Alternativa per la Germania (AfD). Lo studio afferma che l’AfD ora rappresenta un tale pericolo per l’ordine democratico del paese “che potrebbe essere bandito dalla Corte costituzionale federale”.

L’AfD può essere legalmente bandito perché i suoi obiettivi espliciti sono “eliminare l’ordine democratico libero di base” e “abolire la garanzia della dignità umana” sanciti dalla costituzione tedesca, sostiene l’istituto. Tradotto: mette in pericolo il potere dei partiti del consenso globalista.

Ora è il Telegraph di Londra ad affermare che la Germania starebbe valutando di mettere al bando il partito filo-sovranista, che nei sondaggi raggiunge già il 21% di voti intenzionali, presumibilmente come conseguenza di quanto affermano i servizi di intelligence, che denunciano il crescente estremismo del suo membri

Per aggiungere benzina sul fuoco, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha avvertito in un discorso davanti all’agenzia di sicurezza che è responsabilità di tutti “mettere al loro posto coloro che disprezzano la democrazia tedesca”. Le sue parole sono viste come un avallo della messa al bando dell’AfD, dopo che Thomas Haldenwang, direttore dei servizi segreti tedeschi, aveva messo in guardia contro il partito. “Vediamo un gran numero di membri di spicco del partito che diffondono odio verso le minoranze in Germania”, ha osservato Haldenwang.

Che momento opportuno: secondo il nuovo sondaggio Insa, un terzo dei tedeschi ha pensato di votare per l’AfD in un’elezione statale o federale. E alla domanda “hai mai pensato di votare per l’AfD?”, il 33% ha risposto di sì.

Secondo il sondaggio commissionato dal quotidiano Bild, invece, il 62% non ha ancora pensato di spuntare la casella Alternativa per la Germania. Il 5% non ha saputo o voluto dare una risposta.

Nel sondaggio di domenica l’AfD aggiunge mezzo punto al 21% rispetto alla settimana precedente. Perdono invece un punto ciascuno CDU/CSU (26%) e Verdi (13,5%). Il FDP perde mezzo punto al sette percento.

Essere un sovranista in Germania è un rischio. Non solo su di loro incombe la minaccia dell’ illegalizzazione, sono costantemente spiati ed etichettati con le peggiori descrizioni della stampa generalista, ma i “nuovi tedeschi” – i milioni di immigrati che vivono nel Paese e che vedono nel festa a “chiudere il rubinetto” – avere i loro leader nel mirino.

L’ultimo a subire violenze politiche in carne e ossa è stato Andreas Jurca, emigrato in Germania dalla Romania da bambino e consigliere dell’AfD ad Augsburg, in Baviera, dal 2020. Jurca è stato brutalmente picchiato la scorsa settimana da un gruppo di profughi che lo ha riconosciuto come membro dell’AfD.