I cittadini italiani si trovano di fronte al periodo delle dichiarazioni dei redditi. Anche se molti considerano questo momento come un’opportunità per recuperare spese detraibili e ridurre le tasse, in realtà rappresenta il periodo in cui devono effettuare il pagamento delle imposte. Sia il modello 730 che il modello Redditi PF sono obbligatori per i contribuenti e servono per pagare le imposte sui loro guadagni.

Durante questa fase dell’anno, sorgono numerosi dubbi, tra cui quelli relativi ai redditi e alle tasse per gli italiani residenti all’estero e viceversa. Questo è un ambito complesso che coinvolge temi come la doppia tassazione e le convenzioni internazionali.

È importante considerare i rischi non solo legati alle tasse, ma anche alle sanzioni. L’Agenzia delle Entrate è spesso chiamata a rispondere a domande riguardanti la tassazione da parte di cittadini di tutto il mondo. Bisogna fare riferimento ai trattati stipulati tra gli Stati, spesso per affrontare il problema della doppia imposizione fiscale, ovvero il rischio di pagare tasse per lo stesso reddito sia nel paese di residenza che in Italia.

È fondamentale fare chiarezza sui redditi esteri, considerando che un cittadino italiano considerato residente in Italia dal punto di vista fiscale deve dichiarare tutti i redditi guadagnati nell’anno precedente, inclusi quelli esteri nella maggior parte dei casi. Tuttavia, è importante determinare se i redditi esteri debbano essere dichiarati in Italia o nel paese estero, soprattutto nel caso di italiani che si trasferiscono all’estero. Gli interpelli all’Agenzia delle Entrate illustrano meglio come funzioni questo meccanismo.

Si fa riferimento a due situazioni: un cittadino italiano trasferitosi in Spagna che vende una casa e un italiano iscritto all’AIRE ma residente a Singapore.

È cruciale considerare i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate per stabilire dove versare le tasse. Bisogna prestare attenzione per evitare errori che potrebbero portare a sanzioni pesanti. Molti percepiscono redditi da fonti estere, simili alla situazione del richiedente.

La residenza fiscale è un fattore chiave, come stabilito anche nel Testo unico sulle Imposte sui Redditi (TUIR). L’articolo 2, comma 2 del TUIR afferma che “si considerano residenti nel territorio italiano le persone che per la maggior parte del periodo d’imposta sono iscritte all’anagrafe della popolazione residente, hanno domicilio in Italia o vi hanno residenza”. Ciò implica che per essere considerati residenti in Italia, è necessario trascorrere almeno 183 giorni all’anno nel paese.

Per quanto riguarda i paesi in lista nera e la doppia tassazione, il trasferimento in uno di questi paesi comporta la “presunzione legale di residenza fiscale in Italia